Oggi vi vorrei parlare di M.
M. è un mio paziente che conosco ormai da molto tempo. Ricordo quando 10 anni fa mi lamentò che, non avendo più i denti posteriori inferiori, faceva fatica a masticare correttamente e mi chiese aiuto. Allora gli consigliai, fatti tutti gli accertamenti del caso, di ricorrere all’utilizzo dell’impianto dentale, in modo da potergli dare dei denti fissi sia a destra che a sinistra. A quei tempi però usavo ancora la tecnica chirurgica classica pertanto c’era la consapevolezza dei disturbi post operatori che avrebbero costretto M. ad evitare di masticare con la parte interessata dall’intervento per alcuni mesi. Per questo motivo stabilimmo di iniziare prima con il lato destro e poi, una volta riabilitato il settore, con il lato sinistro.
Il giorno dell’impianto dentale
Il giorno dell’intervento, fatta l’anestesia necessaria, eseguii il taglio sulla gengiva per scoprire e preparare l’osso nel quale inserire l’impianto dentale. Una volta posizionato quest’ultimo inserii i tappi, che avevano il compito di guarire la gengiva e sigillare l’impianto al dente, e eseguii i punti sutura necessari per chiudere la ferita.
L’operazione andò a buon fine ma, come previsto, nei giorni successivi M. presentò alcuni leggeri gonfiori che lo costrinsero ad assumere antidolorifici prescritti per controllare il dolore.
Sei mesi dopo, presa l’impronta dell’arcata, il mio odontotecnico costruì i denti adattandoli alla posizione degli impianti e, nel giro di un mese, M. riuscì finalmente ad avere i denti fissi sul lato destro.
L’imprevisto dopo il primo impianto dentale
Rimaneva da eseguire l’operazione anche sul lato sinistro, ma, visto che M. era ancora visivamente provato dal primo intervento, decidemmo di rimandare la riabilitazione di qualche mese. Purtroppo però, dopo qualche settimana, M. venne in studio per dirmi che il suo cardiologo gli aveva diagnosticato un problema cardiaco e quindi ora era costretto ad assumere farmaci per aiutare il cuore e rendere il sangue più fluido. Di fatto questa situazione mi impediva di procedere con l’intervento, pertanto fui costretto a sospendere tutto e aspettare il momento più adatto, quando lo stato di salute di M. fosse migliorato.
Passarono gli anni durante i quali M. si fece vedere di rado in studio e, le poche volte che lo visitai successivamente, non si lamentava ma, anzi, mi diceva che si era perfettamente abituato a masticare con il lato destro. Non riuscii mai a capire se queste affermazioni fossero reali o semplici scuse per evitare di sottoporsi ad un altro intervento di implantologia dentale. Fu così che mi dimenticai del piano di trattamento che avevamo progettato.
Nasce una nuova e rivoluzionaria tecnica degli impianti dentali: la chirurgia guidata
Nel frattempo le tecniche di impianto dentale subirono una rapida evoluzione tecnologica implementando l’utilizzo di potenti software 3D di mappatura, con la conseguente nascita della chirurgia guidata. Rimasi talmente sbalordito di questa nuova e rivoluzionaria tecnica che decisi di specializzarmi per il suo utilizzo. D’altronde la chirurgia guidata risolveva finalmente parecchie problematiche legate all’impianto dentale con la tecnica tradizionale, come ad esempio il fatto che il chirurgo non aveva più la necessità di tagliare e di suturare per inserire gli impianti, oppure il paziente, nel periodo post-operatorio, non presentava gonfiori o sanguinamenti, permettendoli di tornale alla vita normale nel giro di pochi giorni. Una nuova tecnica che avrebbe finalmente risolto anche tutti i problemi di M.
Infatti quando qualche mese fa egli tornò in studio per una normale otturazione, mentre stava aspettando in sala d’attesa, vide sul monitor appeso al muro il nostro spot promozionale dove veniva esposta in maniera chiara la nuova tecnica di impianto dentale con chirurgia guidata. M. ne rimase sinceramente sorpreso, tanto che la prima cosa che fece quando lo accompagnai alla poltrona fu proprio quello di chiedermi delucidazioni. Mi ricordò del vecchio intervento risalente ad una decina di anni prima e mi fece presente della sua ormai consolidata abitudine a masticare solamente con il lato destro. Rimase talmente affascinato dalla nuova tecnica che decise di sottoporsi all’intervento immediatamente.
La chirurgia guidata mi permise di avere un modello virtuale, preciso e affidabile al 100%, della sua bocca su cui poter simulare la forma dei denti ideali mancanti e quindi programmare il posizionamento degli impianti dentali nei punti più ottimali, sia per la conformazione dell’osso e sia per la corretta masticazione.
La fase successiva fu quella di costruire la dima guida che ci avrebbe indicato con precisione i punti su cui intervenire, senza dover tagliare la gengiva e conseguentemente suturarla. Questo avrebbe permesso a M. di evitare qualsiasi dolore e gonfiore post-operatorio, dandogli allo stesso tempo l’opportunità di proseguire la terapia anticoagulante per il suo cuore.
Infine arrivò il giorno dell’intervento di impianto dentale. Dopo un’adeguata profilassi, nel giro di qualche ora eseguimmo la terapia concordata.
Non vi nascondo che mi stupisco ogni volta dell’efficienza della chirurgia guidata, soprattutto dal punto di vista della situazione del paziente nel periodo post-operatorio. Il fatto che al primo controllo, una settimana dopo l’intervento, M. mi disse di non provare alcun dolore né gonfiore era largamente previsto, però ciò non ostacolò la mia sorpresa. Questo accade ogni qualvolta che eseguo un’intervento con questa rivoluzionaria tecnica.
M. ne rimase talmente soddisfatto da decidere di intervenire anche sull’arcata superiore, per liberarlo definitivamente dalla protesi mobile divenuta ormai insopportabile.
Fu una grande soddisfazione e ciò aiutò a rafforzare la mia fiducia nei confronti di questa nuova tecnica. La chirurgia impiantare guidata in mano a uno specialista di chirurgia guidata è la migliore soluzione per riabilitare i denti mancanti e donare al paziente un nuovo sorriso e riabilitare la masticazione.
Direttore sanitario di MP Dental Studio, Prof. Jamal Makarati