Una delle frasi peggiori che un genitore possa sentirsi dire da un ortodontista è: “Dobbiamo togliere alcuni denti a suo figlio per poter allineare il suo sorriso“.
D’altronde, nell’immaginario comune l’estrazione di un dente è associata al dolore e all’idea di un dentista pazzo che vuole toglierci i denti senza anestesia.
La realtà, però, è un po’ diversa. Ogni dentista è consapevole che estrarre un dente è una soluzione estrema, da scegliere solo se non ci sono alternative.
Se è vero che fino agli anni ’70 gli ortodontisti trattavano ben il 65% dei casi con estrazioni, ai giorni nostri questa percentuale è scesa al 10%.
Eppure, esistono alcuni problemi di allineamento dentale (malocclusioni) che ancora oggi si possono risolvere solo togliendo alcuni denti.
Queste problematiche si dividono in 3 tipi:
- dentali
- scheletriche
- profilometriche
Motivi dentali
Accavallamenti
Molti pazienti hanno denti molto storti perché questi non trovano spazio a sufficienza nell’arcata: il risultato è che si accavallano tra loro (affollamento dentale).
Nei bambini (7-9 anni) – se il problema è lieve – spesso non è necessario togliere i denti, perché si può guidare la crescita delle ossa in modo che lascino spazio ai futuri denti permanenti.
Se invece l’affollamento è grave, purtroppo non c’è alternativa: bisogna operare alcune estrazioni per dare ai denti lo spazio di cui hanno bisogno.
Problemi parodontali
L’unico modo per raddrizzare i denti da adulti è spingerli un po’ verso l’esterno.
Per fare questo, però, devono essere sostenuti da tanto osso e da una gengiva molto spessa.
Quindi, chi ha gengive sottili e delicate, e magari è predisposto alla piorrea, purtroppo non possiede la protezione sufficiente per far sì che la radice rimanga all’interno dell’osso.
Di conseguenza, anche in questo caso, per raddrizzare i denti sarà necessario toglierne alcuni.
Denti Compromessi
Nel mio studio, mi capita di accogliere bambini con denti disallineati e che presentano carie destruenti. In questi casi, purtroppo, l’estrazione è l’unica via percorribile.
In realtà, spesso l’urgenza di estrarre denti compromessi può essere sfruttata per risolvere un affollamento dentale.
Personalmente, mi è capitato più volte di trattare bambini con denti accavallati e con alcune radici danneggiate.
Per risolvere queste situazioni, ho rimosso i denti compromessi e poi ho chiuso gli spazi rimasti, trasformando i canini in denti laterali e i premolari in canini.
Così facendo, ho evitato al bambino di dover mettere un impianto dentale e – al contempo – sono riuscito a risolvere il suo affollamento.
Motivi scheletrici
Estrarre un dente diventa necessario anche di fronte a delle basi ossee mal posizionate.
Ad esempio, quando i denti superiori sono molto sporgenti (“denti da castoro”) o quelli inferiori chiudono molto in avanti rispetto ai superiori (“denti da scimpanzé”).
In questi casi, anche se a prima vista il problema sembra di tipo dentale, in realtà la malocclusione è causata da un cattivo posizionamento delle ossa.
È un problema che può essere risolto in 2 modi, a seconda della sua gravità e dall’età del paziente:
- chirurgia ortognatica: a fine crescita del paziente (18 anni) – dopo aver posizionato i denti in modo ideale – viene chiamato un chirurgo maxillo facciale che corregge i problemi ossei;
- chirurgia estrattiva: si tolgono alcuni denti per creare lo spazio e far arretrare quelli sporgenti. In pratica, le estrazioni “camuffano” il problema scheletrico.
Motivi profilometrici
Alcune volte le ossa di per sé hanno un buon rapporto le une con le altre ma – per esigenze estetiche del paziente – si decide di intervenire comunque con un intervento ortodontico.
Ci sono persone che – per esempio – hanno le arcate dentali ben rapportate tra loro, ma che si trovano in una posizione molto avanzata.
Queste persone arrivano nel mio studio lamentandosi di avere una dentatura “da cavallo”, quella che noi ortodontisti chiamiamo biprotrusismo.
In realtà, controllando la loro bocca, i denti risultano più o meno dritti: sono le basi ossee a essere entrambe troppo in avanti.
Per risolvere queste casistiche, purtroppo bisogna ricorrere a delle estrazioni, che permettano di ridurre la percezione che i denti siano troppo avanzati.
2 risposte
Salve io stavo cercando risposte al mio problema, circa 10 anni fa ho fatto una devitalizzazione in più fasi che mi ha dato tanto dolore e dopo tanti anni ho ancora fastidio in quella zona, quando tocco con lo spazzolino sento fastidio alla gengiva parte interna, soffro da anni di emicrania proprio nella zona sinistra che si trova questo dente, quando il dolore si intensifica va dalla fronte fino all’occhio alla faccia e la zona vicino questo dente e la mascella.
Ci potrebbe essere qualche correlazione con l’emicrania?
Quando mangio spesso mi si incastra del cibo al lato di questo dente.
Potrebbe essere buona cosa togliere questo dente devitalizzato secondo me male?
Gentile Francesco, concettualmente noi non siamo per togliere i denti se sono salvabili. Bisogna capire se il trattamento endodontico può essere migliorato e quindi se può risolvere uno stato di infezione (se presente). Riguardo al dolore, invece, bisogna capire se l’origine del dolore è il dente oppure se lei soffre di una forma di nevralgia. In questo secondo caso, rimuovere il dente sarebbe inutile. Quindi le consiglio di fare i dovuti accertamenti e – in base a questi – valutare, se il dente non è più salvabile, l’estrazione.