Lo sviluppo del volto e della dentatura del bambino possono essere condizionati non solo da fattori genetici, ma anche da cause esterne.
Le abitudini viziate sono comportamenti che – se protratti nel tempo – possono alterare la crescita di ossa e denti, creando problemi estetici e difficoltà nel parlare.
Correggere questi comportamenti quando il bambino è ancora piccolo permette di evitare di sottoporlo in futuro a terapie lunghe e complesse, che spesso si rivelano inefficaci.
Scopriamo insieme quali sono le abitudini viziate più diffuse e i vantaggi di correggerle in una fase precoce.
Quali sono le abitudini viziate principali?
I principali comportamenti che possono incidere sull’allineamento futuro dei denti di tuo figlio sono 3:
- deglutizione atipica;
- succhiamento del pollice;
- respirazione con la bocca.
1. Deglutizione atipica
Quando deglutiamo, ci viene naturale chiudere i denti e le labbra, spingendo al contempo la lingua in avanti.
È un comportamento a cui non facciamo neanche caso, ma che apprendiamo già da neonati, ancora prima di avere i denti.
Durante l’allattamento, infatti, impariamo che – posizionando la lingua in avanti – si crea un sigillo che impedisce all’aria di entrare nel nostro stomaco.
Per questo motivo, quando deglutiamo – se abbiamo spazio tra i denti – tendiamo naturalmente a spingere la lingua in avanti, alla ricerca inconsapevole del sigillo.
È ciò che accade ai pazienti con morso aperto anteriore, una malocclusione che impedisce agli incisivi superiori di andare a contatto con quelli superiori.
Quando deglutiscono, queste persone tendono ad appoggiare la lingua nello spazio che si è creato e per questo hanno alcune difficoltà a pronunciare correttamente alcune parole.
2. Succhiamento del pollice o del ciuccio
Per il bambino succhiare il pollice è un’azione fisiologica, visto che può essere osservata già nell’embrione dopo 14 settimane dal concepimento.
Il dito e il ciuccio sono una fonte di grande tranquillità e sicurezza nei suoi primi anni di vita, ma può creare problemi nello sviluppo scheletrico, se protratta oltre il dovuto.
Quest’abitudine viziata dovrebbe essere interrotta entro i 2 anni d’età, perché altrimenti può alterare la forma delle arcate dentali e delle ossa mascellari in crescita.
Infatti, i bambini che mantengono questo comportamento possono soffrire di malocclusioni nella parte posteriore della bocca e uno spostamento in avanti degli incisivi superiori.
3. Respirazione con la bocca
Anche respirare con la bocca (invece che con il naso) può favorire lo sviluppo di malocclusioni dentali e scheletriche.
La respirazione orale è spesso frequente nei bambini che hanno un viso e uno spazio rino-faringeo stretti e allungati ed è favorito dall’ingrossamento di adenoidi e tonsille.
La malocclusione più frequente in questi persone è il morso crociato laterale posteriore: in pratica, i denti dell’arcata superiore si chiudono dietro a quelli inferiori (o al loro interno).
Questa alterato equilibrio nella postura mandibolare può provocare difficoltà nel parlare e nel masticare, per cui è importante intervenire per correggerlo.
Come correggere le abitudini viziate
Il modo migliore per risolvere questi comportamenti alterati nel bambino è tramite un approccio sinergico, che coinvolga figure come pediatri, ortodontisti, psicologi e logopedisti.
Il nostro obiettivo, in quanto specialisti in ortodonzia, è di correggere il mal posizionamento di ossa e denti e interrompere il circolo vizioso che alimenta le malocclusioni scheletriche.
Per esempio, se tuo figlio ha un morso aperto, la sua lingua percepirà dello spazio in cui naturalmente si adagia (vedi sopra).
Grazie a una terapia ortodontica mirata – attraverso allineatori trasparenti e altri apparecchi specifici – riusciamo a guidare la crescita di ossa e denti, in modo da “ingabbiare” la sua lingua un po’ più indietro nella bocca.
Così facendo, la rieduchiamo e la abituiamo a mantenere una posizione più corretta.
Abitudini viziate: quando intervenire
Correggere le abitudini viziate non basta: è il momento in cui si interviene a fare la vera differenza.
Se intercettiamo e risolviamo il problema quando tuo figlio ha al massimo 6-7 anni, abbiamo ancora il tempo di guidare la crescita delle sue strutture scheletriche nei successivi 5-6 anni.
In questo modo riusciamo a risolvere il problema in modo più radicale, perché la lingua ha tutto il tempo per rieducarsi e acquisire una funzione corretta.
Al contrario, se individuiamo alcune abitudini viziate quando ha già 14 anni, le cose si complicano molto.
Devi considerare che tuo figlio ha spinto in avanti la lingua per 14 anni, quindi anche se chiudiamo lo spazio tra i denti, sarà molto difficile abituarlo a tenere la lingua al suo posto.
Agire presto, invece, ci permette di dare il tempo alle strutture ossee e dentali colpite da malocclusione di adattarsi a una funzione corretta.