Sei stufo di avere i denti disallineati? Credi di meritare un sorriso più armonioso? Allora, la cosa migliore che puoi fare è sottoporti a un trattamento ortodontico.
L’ortodonzia è infatti la branca dell’odontoiatria che ha lo scopo di riallineare le arcate dentali per risolvere problematiche estetiche e masticatorie (malocclusioni).
Tuttavia, se all’origine dei tuoi denti storti c’è un problema di natura scheletrica, l’ortodonzia potrebbe non bastare per correggere la tua malocclusione.
In alcuni casi, infatti, è necessario un intervento sinergico con la chirurgia ortognatica. Di cosa si tratta?
Cos’è la chirurgia ortognatica
La chirurgia ortognatica è un ramo della medicina che ha come obiettivo la correzione delle anomalie delle mascelle.
Alcune persone, infatti, hanno basi ossee caratterizzate da malformazioni, che possono svantaggiarle dal punto di vista estetico e funzionale.
A differenza dell’ortodonzia, che si occupa di raddrizzare i denti, questo tipo di chirurgia mira a rendere più armoniose le ossa del viso.
In realtà, chirurgia ortognatica e ortodonzia vanno a braccetto. Da una parte, il chirurgo maxillo facciale corregge la malocclusione scheletrica, dall’altra l’ortodontista sposta e riallinea i denti mal posizionati.
Questo trattamento combinato ha quindi 3 obiettivi, ovvero migliorare:
- l’estetica del viso;
- la situazione scheletrico/dentale;
- la masticazione e la funzione in generale.
Come si svolge l’intervento
Durante l’intervento di chirurgia ortognatica (in anestesia generale), il chirurgo esegue dei tagli nelle ossa mascellari, per poi spostarle e fissarle con delle placche di titanio.
La maggior parte delle ferite si trovano all’interno della bocca, per cui non rimarranno cicatrici visibili all’esterno.
La guarigione è abbastanza rapida: di solito bastano 2 mesi per consentire al paziente di riprendere la normale funzionalità della bocca.
Chi ha bisogno della chirurgia ortognatica?
Sono diverse le alterazioni scheletriche che hanno bisogno di un trattamento ortognatico/ortodontico per essere risolte. Tra queste troviamo:
- deviazioni della mandibola;
- scarso sviluppo o crescita eccessiva della mandibola;
- mento arretrato;
- morso aperto e morso profondo gravi.
Spesso queste condizioni si accompagnano anche a disturbi come difficoltà a deglutire, dolori articolari alla testa, russamento e apnee notturne.
Come faccio a sapere se ne ho bisogno?
Potresti già avere il sospetto di soffrire di alcune malocclusioni che abbiamo appena elencato.
Ma per esserne sicuro al 100%, devi necessariamente sottoporti a una serie di esami, tra i quali:
- radiografie: una panoramica, una teleradiografia e una cone beam (radiografia tridimensionale);
- fotografie operatorie: per permettere ai medici di valutare la tua attuale estetica e quella futura;
- impronta digitale: per creare un modello 3D della tua bocca, utile per uno studio approfondito della tua masticazione;
- digital smile design: un esame digitale che permette di modificare digitalmente la posizione dei denti, del mento, delle labbra e delle tue ossa.
I dati ricavati da quest’ultimo esame sono cruciali soprattutto per la futura resa estetica del tuo viso e del tuo sorriso.
Se per esempio il chirurgo nota una discrepanza tra l’osso della mandibola (inferiore) e quello della mascella (superiore), grazie a questi esami può capire se è meglio spingere in avanti la parte superiore rispetto a quella inferiore (o viceversa).
Problemi articolari: come evitarli
Oltre agli esami che abbiamo visto, a volte può essere necessaria anche una risonanza magnetica, per capire se i cambiamenti drastici provocati dalla chirurgia possano aver impattato sulle tue articolazioni.
Inoltre, se soffri di dolori a causa delle malformazioni scheletriche, saranno utili anche alcuni trattamenti preparatori, per alleviare la tua sofferenza e capire l’entità del danno alle articolazioni.
In questi casi torna spesso utile realizzare un bite, ovvero una mascherina da applicare sui denti che aiuta a deprogrammare la muscolatura ed eliminare il dolore.
Questo apparecchio è prezioso anche per i medici che si occupano del trattamento, perché permette loro di comprendere la reale posizione della tua mandibola.
Se per esempio la tua mandibola è più lunga da un lato, potresti sforzare la parte più arretrata per riuscire a masticare, facendo lavorare le articolazioni in modo sbagliato. A prima vista la tua masticazione potrebbe sembrare centrata, quando in realtà è forzata e non corretta.
L’uso di un bite, quindi, ci permette di vedere realmente quanto è decentrata la tua mandibola e capire quanto il chirurgo – nel tagliarla – deve avanzare da una parte rispetto all’altra.
Se sei un paziente con problemi articolari, sarai trattato da 3 figure professionali: oltre all’ortodontista e al chirurgo, ci sarà anche uno gnatologo che, insieme agli altri 2, darà il proprio parere.
Alla fine, i 3 diversi piani di trattamento verranno uniti in un unico programma, che ti permetterà di svolgere la terapia nel miglior modo possibile.